- Come funziona la dieta danese
- Cosa si mangia nella dieta danese
- Esempi di pasti con la dieta danese
- Critiche alla dieta danese
La dieta danese, o “Copenhagen diet“, è una dieta low carb che mira ad accelerare il metabolismo e perdere peso rapidamente. Nello specifico, i sostenitori di questa dieta affermano che permetta di perdere fino a 10 kg in 13 giorni.
Si tratta di un regime alimentare molto restrittivo, che mira a limitare l’apporto calorico a un massimo di 600 calorie al giorno. Trattandosi di una dieta piuttosto estrema, solleva molti dubbi sul fatto che sia realmente efficace e non dannosa per la salute. Vediamola nel dettaglio per cercare di risolvere un po’ di dubbi!
Come funziona la dieta danese
Come molte diete ipocaloriche, la dieta danese limita il consumo di carboidrati e si basa su alimenti ricchi di proteine e a basso contenuto di grassi. Il suo obiettivo è creare un forte deficit calorico, che induca il corpo ad attivare il metabolismo proteico e a bruciare le riserve di grasso per produrre energia.
In alcuni aspetti, può sembrare simile alla dieta chetogenica. Tuttavia, mentre la chetogenica prevede un’assunzione ridotta di carboidrati a massimo 20-50 grammi al giorno, la dieta danese prevede una riduzione delle calorie generali a massimo 600 kcal al giorno. Dunque, è molto più restrittiva e induce a mangiare molto meno, limitando anche le dosi di proteine e grassi.
Cosa si mangia nella dieta danese
La dieta danese è una dieta molto rigida e dura da seguire. Colazione, pranzo e cena sono definiti rigorosamente, mentre sono vietati gli spuntini e gli alimenti non previsti. Per combattere la fame tra un pasto e l’altro, la dieta prevede di occupare spazio nello stomaco assumendo acqua o altri liquidi ipocalorici.
Alimenti fondamentali nella dieta danese sono quelli ricchi di proteine a basso contenuto calorico. Infatti, manzo, agnello, pollo, tacchino, pesce e uova sono molto ricorrenti. Inoltre, sono molto utilizzate le verdure povere di carboidrati, come carote, sedano, lattuga, spinaci e pomodori. Anche la frutta fresca, di qualsiasi tipo, è utilizzata, così come lo yogurt 100% naturale.
Per quanto riguarda le bevande, caffè e tè verde sono particolarmente indicati nella dieta danese (ovviamente non zuccherati). Questo perché si ritiene che la caffeina e la teina possano aumentare il metabolismo e favorire il processo di combustione dei grassi del corpo.
Esempi di pasti con la dieta danese
Una colazione tipica per chi segue la dieta danese è composta da caffè, tè o yogurt magro. Tutto rigorosamente senza zucchero.
Alcuni esempi di pranzo possono essere:
- 2 uova sode + 400 g di verdura cotta + 1 pomodoro;
- 250 g di prosciutto + 1 yogurt magro;
- 2 uova + 1 carota;
- 2 uova sode + 1 fetta di prosciutto + insalata;
- 200 g di pesce con succo di limone + 1 cucchiaio di burro .
Per la cena, alcuni esempi sono:
- 200 g di carne di manzo + insalata condita con succo di limone e olio di oliva;
- 200 g di carne di pollo o tacchino + carote condite con olio di oliva;
- 200 g di carne di agnello + 1 mela;
- 150 g di salmone fresco + spinaci + 1 frutto;
- sedano bollito + 1 pomodoro + 1 frutto;
- 1 uovo + 1 carota + 250 g di formaggio vaccino.
Critiche alla dieta danese
Molti esperti ritengono che la dieta danese non sia realmente efficace. I chili persi in poco tempo sono in gran parte liquidi. Infatti, la restrizione calorica severa porta il corpo a utilizzare le riserve di glicogeno, che trattengono acqua. Una volta esaurite, il peso perso deriva in gran parte dai liquidi.
Oltre ai liquidi, c’è anche il rischio di perdere massa muscolare. Questo perché il corpo, in deficit energetico, può iniziare a consumare tessuto muscolare per ottenere energia.
I dubbi sull’efficacia riguardano anche il rischio che al termine dei 13 giorni venga ripreso tutto il peso perso. Difatti, questa dieta spinge il corpo a ridurre il dispendio energetico, rendendolo più incline ad accumulare riserve non appena si torna a un regime alimentare normale. Inoltre, la mancanza di una strategia di mantenimento e l’assenza di educazione alimentare duratura possono portare a riprendere le abitudini precedenti. Oppure, c’è il rischio di mangiare di più per sopperire ai giorni di forti privazioni.
Oltre all’efficacia, ci sono molti dubbi sui rischi per la salute. L’apporto calorico drasticamente ridotto porta rischio di malnutrizione, soprattutto se vengono a mancare i nutrienti essenziali, come vitamine e minerali. Ciò comporta una possibile mancanza di energie e un impatto negativo su alcune funzioni dell’organismo.
Lo squilibrio alimentare, con l’assunzione eccessiva di proteine e grassi, può anche sovraccaricare i reni, causare problemi cardiovascolari e portare squilibri digestivi. Questi rischi sono mitigati dalla breve durata della dieta, ma possono comunque manifestarsi, soprattutto in persone con patologie preesistenti.
I professionisti del settore tendono a preferire delle diete più bilanciate, meno rischiose per la salute e con un approccio al mantenimento della forma fisica nel lungo periodo. Il nostro consiglio è quello di rivolgersi sempre a un dietologo o un nutrizionista prima di intraprendere una dieta. È assolutamente da evitare l’adozione di diete fai da te, soprattutto in casi estremi come la dieta danese.