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Dieta Antinfiammatoria: cos’è e come seguirla al meglio

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La dieta antinfiammatoria

La dieta antinfiammatoria è un regime alimentare progettato per ridurre l’infiammazione cronica e lo stress ossidativo nell’organismo. Ciò al fine di prevenire o contrastare alcune patologie che hanno alla base un processo infiammatorio, come:

  • malattie autoimmuni come il diabete mellito;
  • malattie cardiovascolari;
  • artrosi;
  • gastrite;
  • morbo di Crohn;
  • colite ulcerosa;
  • sindrome dell’intestino irritabile;
  • obesità;
  • alcune forme di cancro.

La teoria della dieta antinfiammatoria

L’infiammazione è una risposta naturale del sistema immunitario a lesioni o infezioni. Tuttavia, quando diventa cronica, può contribuire a sviluppare alcune malattie.

La teoria alla base della dieta antinfiammatoria si fonda sull’idea che alcuni alimenti possano influenzare il livello di infiammazione nel corpo, mentre altri hanno un potere antiossidante. Dunque, la dieta mira a ridurre il consumo di cibi che causano infiammazione e ad aumentare il consumo di quelli con proprietà antinfiammatorie e che ci difendono dallo stress ossidativo.

Alimenti da evitare con la dieta antinfiammatoria

Nella dieta antinfiammatoria sono sicuramente da evitare alimenti con un alto indice glicemico, come zuccheri raffinati e carboidrati semplici, che provocano picchi di insulina che possono aumentare l’infiammazione. Dunque, meglio evitare il consumo di:

  • Zucchero bianco, zucchero di canna, sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio;
  • Dolci industriali, biscotti, caramelle, bevande zuccherate;
  • Dolcificanti artificiali come aspartame e sucralosio;
  • Pane bianco, riso bianco, pasta non integrale;
  • Cereali per la colazione zuccherati;
  • Crackers e prodotti da forno industriali.

Un altro aspetto chiave della dieta antinfiammatoria è sfavorire lo squilibrio lipidico, che alimenta l’infiammazione. A tal fine, sono da evitare gli omega-6 e i grassi trans, contenuti in:

  • Margarine e burro vegetale;
  • Oli di semi industriali (mais, soia, girasole);
  • Alimenti fritti e snack industriali.

Anche la carne rossa, ricca di grassi saturi, se consumata in grandi quantità, può promuovere l’infiammazione. Così come gli insaccati, che contengono conservanti (nitriti, nitrati) e sale in eccesso.

È consigliabile anche limitare il consumo di alcol. Infatti, questo stimola la produzione di radicali liberi e favorisce l’infiammazione, oltre a danneggiare il fegato, un organo cruciale per il metabolismo delle sostanze tossiche.

I latticini possono essere pro-infiammatori, soprattutto in persone intolleranti al lattosio o sensibili alle proteine del latte (come la caseina). Così come il glutine, nelle persone sensibili o con patologie come la celiachia, può causare infiammazione intestinale e sistemica.

Cosa mangiare nella dieta antinfiammatoria

Nella dieta antinfiammatoria si privilegiano gli alimenti ricchi di antiossidanti (vitamine C ed E, polifenoli, flavonoidi), capaci di neutralizzare i radicali liberi, molecole instabili che danneggiano le cellule e promuovono l’infiammazione. A tal fine, sono consigliati frutta fresca e verdure colorate e a foglia verde:

  • Frutti di bosco: mirtilli, lamponi, more, fragole;
  • Agrumi: arance, limoni, pompelmi;
  • Melograno e ciliegie;
  • Spinaci, cavolo riccio, bietole, rucola;
  • Broccoli, cavolfiore, cavolini di Bruxelles;
  • Zucchine, carote, peperoni, asparagi e pomodori.

Come detto nel paragrafo precedente, un obiettivo della dieta è il mantenimento dell’equilibrio lipidico. Dunque, oltre a evitare i “grassi cattivi”, è da favorire il consumo di grassi sani, come:

  • Olio extravergine d’oliva (preferibilmente a crudo);
  • Avocado e olio di avocado;
  • Frutta secca: noci, mandorle, nocciole (non salate e non tostate);
  • Semi di chia, lino, zucca, girasole.
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A tal proposito, sono da preferire gli alimenti ricchi di omega3, come salmone, sgombro, aringhe, sardine, trota, tonno e pesce azzurro in generale.

I carboidrati semplici, vengono sostituiti con cereali integrali e pseudocereali, come:

  • Quinoa;
  • Miglio;
  • Amaranto.
  • Riso integrale;
  • Farro;
  • Avena integrale.
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Le carni rosse o processate vengono sostituite con carni magre come pollo e tacchino, oltre a proteine vegetali come legumi, tofu e tempeh.

È consigliato anche il consumo di erbe e spezie con proprietà antinfiammatorie, come curcuma, zenzero, cannella, rosmarino, timo, origano e salvia.

Critiche alla dieta antinfiammatoria

La dieta antinfiammatoria è generalmente apprezzata per la sua attenzione a cibi naturali e nutrienti, ma ha ricevuto alcune critiche e osservazioni da parte di esperti e nutrizionisti.

L’obiezione principale riguarda il fatto che non esiste una definizione universale di “dieta antinfiammatoria,” il che la rende aperta a interpretazioni diverse e non sempre coerenti. Difatti, nel tempo sono nate diverse teorie che non sono state riconosciute dalle autorità della salute. 

In aggiunta, alcune versioni della dieta risultano troppo estreme, eliminando del tutto interi gruppi alimentari (ad esempio latticini, glutine, carne rossa). In assenza di intolleranze, allergie o sensibilità, ciò potrebbe non essere utile e addirittura dannoso a livello nutrizionale e psicologico.

Un altro fattore critico è che non è possibile generalizzare gli effetti per tutti gli individui. Infatti, l’effetto antinfiammatorio di un alimento o una dieta non è uguale per tutti, e persone con condizioni differenti potrebbero non trarne lo stesso beneficio.

Una possibile problematica sta anche nel fatto che alcune persone potrebbero affidarsi alla dieta antinfiammatoria come unica cura al proprio disturbo. Purtroppo, quasi sempre non è sufficiente, e ciò può generare aspettative irrealistiche.

Conclusioni

La dieta antinfiammatoria è generalmente sana e bilanciata, ma è importante approcciarsi ad essa con senso critico, evitando rigidità o generalizzazioni. È importante evitare un approccio fai da te, diffidando da teorie non verificate.

Il nostro consiglio è quello di  rivolgersi a un professionista sanitario, per definire una dieta basata su evidenze scientifiche e che tenga in considerazione le esigenze individuali. Il supporto medico è essenziale anche per la valutazione dell’andamento dei risultati, talvolta con il supporto di esami strumentali.

Inoltre, è bene tenere presente che la dieta è solo uno dei tanti strumenti per migliorare la salute e per affrontare una patologia, da combinare con cambiamenti nello stile di vita e trattamenti medici appropriati.